mercoledì 18 agosto 2021

Storie di elfi, gnomi e folletti: e se fossero incontri con entità extraterrestri di bassa statura?

La tempesta infuriava fuori dalla vecchia fattoria centenaria posizionata nella Hudson Valley, nello stato di New York. I lampi riempivano la sua camera dal letto, seguiti, pochi istanti dopo, dal suono sordo del tuono che fece svegliare il piccolo Dave Barsalow di dieci anni.

Mentre il ragazzo era ancora a letto nella sua camera al primo piano, e i genitori e la sorella dormivano al piano di sopra, Dave si rese conto con terrore che c’era qualcosa, o qualcuno, al di fuori della sua finestra.

“La tempesta era molto forte e il vento fischiava, ma udii distintamente un altro suono”, racconta Barsalow a distanza di anni. “Fu un suono che mi fece venire la pelle d’oca su tutto il corpo, una specie di sinistro ululato, un lamento che non poteva venire da labbra umane, n conoscevo animali che potessero piangere in quel modo”.

L’urlo spinse Dave giù dal letto, spingendolo a correre nella camera da letto di sua nonna. Appena entrato in camera si infilò nel letto della nonna e le chiese cosa fosse quello strano urlo. La nonna di Barsalow tentò di rassicurare il ragazzo dicendogli che si trattava solo del vento. “Sapevo che non era stato il vento”, continua Dave. “E io sapevo che lei sapeva che non era solo il vento”.

La nonna mise un braccio attorno al ragazzo e lo tenne stretto per rassicurarlo. “Proprio in quel momento sentimmo di nuovo l’ululato fuori dalla finestra, a pochi metri di distanza da noi. Ricordo che affondai il mio volto nella spalla di mia nonna”.

Quando la tempesta si placò, Barsalow finalmente riuscì a riaddormentarsi e quando la mattina seguente si svegliò, notò che la nonna non era a letto con lui. Scese di corsa trovandola all’esterno a pulire il portico.

“Subito vidi che mia nonna stava pulendo il pavimento da piccole impronte fangose, minuscole impronte come quelle di un neonato. Ho ancora la pelle d’oca. Chiesi a mia nonna chi avesse lasciato quelle impronte, ma lei non mi rispose e continuò a pulire il portico”, conclude Dave ...


Mitologia o Storia?

Le tribù Mohegan, Pequot, Mohawk e Irochesi, che vivono dentro e intorno la valle del fiume Hudson, tramandano tutte leggende di piccoli esseri che compaiono durante i temporali e che spesso e volentieri imbrogliano, derubano, rapiscono e divorano oggetti e esseri umani.

In verità, come sottolinea il dottor Scott A. Mellor, professore all’Università del Wisconsin-Madison, dove insegna mitologia scandinava, leggende su queste piccole entità, conosciute come elfi, gnomi, folletti, troll, ebu gogo, makiawisug e menehune, sono contenute nelle tradizioni di tutto il mondo, tanto da far credere agli studiosi che si tratta di racconti che discendono tutti da un’unica antica tradizione.

In alcuni casi, queste entità vengono apprezzate perché si crede vogliano aiutare gli esseri umani; altre volte se ne parla con terrore per la cattiveria che manifestano. Secondo Mellor, la Scandinavia si conferma come il luogo più prolifico di leggende sui piccoli umanoidi.


L’entità più famosa è il “tomte”, il classico gnomo barbuto con il cappello, che si nasconde in giro per i casali di campagna e famoso per la sua indole dispettosa: quando è arrabbiato, ad esempio, lega le code delle mucche.

“Si tratta di una delle tante creature che anima il folklore svedese, insieme ai troll, i nacke, gli spiriti acquatici e gli elfi”, spiega Mellor. “Per lo più, si tratta di creature demoniache, almeno nell’interpretazione che ne ha dato la cultura ecclesiastica nei secoli, utilizzandoli spesso nei racconti con finalità morali”. In Svezia, almeno, Mellor ritiene che quasi più nessuno dà credito a queste storie.

Tuttavia, ci sono testimonianze moderne di queste piccole entità che provengono da luoghi come l’Islanda, le Hawaii, gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda e il Sud America, che vengono prese molto sul serio dai loro abitanti. A quanto pare, l’avvistamento di queste entità è molto più frequente di quanto si pensi.



Nei racconti medievali, ad esempio, molte di queste enigmatiche creature sono descritte con capacità straordinarie, come quella di attraversare i muri ed entrare nelle case di notte per tormentare gli abitanti, di far sparire le ragazze, rapire bambini, di ipnotizzare e provocare “missing time” (il fenomeno che fa credere alle persone di essere state via di casa per poche ore, per scoprire poi di esser stato via diversi giorni). 
Vengono descritti con delle fattezze fisiche non molto gradevoli: piccoli e con una testa sproporzionata rispetto al corpo.

Queste descrizioni, con la loro somiglianza alle fattezze dei cosiddetti alieni grigi, ha fatto ipotizzare a qualcuno che queste entità non fossero altro che esseri alieni impegnati in quelle attività che nell’epoca contemporanea vengono raccontati nei casi di rapimenti alieni.


Anche il loro modo di operare ricorda i racconti di abduction. Nelle testimonianze attuali, i rapiti raccontano di esseri che si materializzano dal nulla nelle loro camere da letto la notte, facendoli sparire e tornare solo dopo diverso tempo.

Questo blog riporta un antico racconto medievale nel quale si racconto di una coppia di contadini che aveva una figlia meravigliosa. Un giorno, tornando a casa, scoprirono che la figlia aveva messo al mondo un essere mostruoso, dalla carnagione grigia e con degli enormi occhi neri come il carbone. Si disse che la loro figlia era stata trasportata nel mondo della fate.

La creatura crebbe diventando capace solo di cattive azioni, fino a quando non sparì nel nulla. Interpretando il racconto con le categorie culturali del nostro tempo, è possibile intravedere la stessa fenomenologia di quelle testimonianze che parlano di esseri ibrido alieni nati in circostanze misteriose.


Gnomi Grigi


Le Faer Oer, isole “fatate” situate tra l’Islanda e le isole scozzesi Shetland, ai confini del circolo polare artico, sembrano perennemente avvolte dalle nebbie del nord. Forse proprio per contrastare il grigio della bruma, le case dei pescatori sono tinte in colori vivaci, spesso con accostamenti estremi.

Le leggende delle Faer Oer sono piene di riferimenti a esseri fatati, soprattutto gnomi e folletti. In queste isole ogni scoglio, rupe o isolotto ha una sua storia.

Ne sono protagonisti esseri strettamente collegati alla mitologia nordica, come gnomi, folletti (hulduman) e il “popolo dei Grigi”, incarnazione degli elementi potenti ed ostili della natura. I “Grigi” abitano sottoterra, spesso occupano le caverne e non sanno nuotare.

Gli “gnomi”, benché dispettosi, sono spesso considerati molto saggi dai pescatori del luogo, nonché portatori di fortuna. Una di queste leggende, legata all’isolotto di Koltur, sull’isola di Streymoy, narra dello scontro tra un membro del popolo dei Grigi e uno Gnomo, il quale aveva consentito ad un isolano di pescare in poco tempo un’incredibile quantità di pesce, tale da sfamare tutto il villaggio. Lo gnomo riuscì a far cadere in acqua lo “spirito Grigio”, ma questi si vendicò, trasformando in uno scoglio la barca ed il pesce pescato.



Solo leggende? 

In effetti i racconti e le descrizioni del “popolo dei Grigi” hanno diversi elementi in comune con quanto sappiamo della razza aliena nota, appunto, come “Grigi”.

Di piccola statura, appaiono e scompaiono come d’incanto e difficilmente si troverebbero a loro agio nel mare aperto, data la loro fisiologia, proprio come accade nella dinamica di attacco del Grigio al malcapitato pescatore.

Secondo il giornale russo Ternopil Vechiriniy, un documento del KGB di 250 pagine comproverebbe l’apparizione di un UFO in Siberia, nel Febbraio 1988, nei pressi di unità militari in esercitazione. Un missile terra-aria russo abbatté il disco, da cui fuoriuscirono cinque alieni di tipo Grigio.

Questi, vedendo le truppe sovietiche avvicinarsi, si fusero assieme in un oggetto sferico che, esplodendo in un lampo bianco accecante, pietrificò letteralmente 23 dei 25 soldati presenti, alterandone la struttura molecolare in qualcosa di prossimo al calcare! Fu con un sistema simile che l’uomo Grigio di Koltur trasformò la barca ed i pesci in uno scoglio?

Al di là della loro gracile struttura fisica i Grigi sarebbero dunque in grado di difendersi e, messi alle stretti, di annientare il nemico. Sotto questa luce, la leggenda tramandata nelle Faer Oer assume maggiore credibilità. Incuriosisce che la narrazione parli di uno Gnomo quale avversario del Grigio, anch’esso dotato di poteri “magici”. Forse si trattava di un diverso tipo di alieno?

Spesso le leggende dicono che gli gnomi portino un cappello che se smarrito fa perdere tutti i suoi poteri magici. In alcuni racconti di incontri ravvicinati, i testimoni hanno raccontato di umanoidi di bassa statura simili a gnomi, con tanto di cappello. Probabilmente, il cappello è una sorta di dispositivo che permetteva all’entità di comunicare con l’astronave, o una specie di computer che se perduto toglieva la “magia tecnologica” al cosmonauta.

Ovviamente, si tratta di strumenti che gli antichi non erano in grado di riconoscere o interpretare correttamente. Così come le bacchette magiche, non è da escludere che potevano essere delle armi capaci di fare “magie”. Non è raro sentire nelle testimonianze attuali di alieni che hanno puntato strani tubicini metallici verso le vittime.

Gnomi italiani

Molte razze di gnomi italiani sono descritte nel libro Il fantastico mondo degli gnomi di Dario Spada. Sull’Appennino bolognese, si narravano leggende di piccoli esseri, chiamati Barabén, oppure Barabanén, o anche Mazapécc, Sèltapécc o più semplicemente spìrit, che avevano l’abitudine di giocare scherzi di ogni genere ai viandanti sui sentieri boschivi.

In Val Cavargna, in Provincia di Como si sono conservate nella tradizione popolare alcune leggente sui folletti locali, chiamati Bragola e Pelus di Kongau. Questi folletti sono esseri di piccola statura dalle lunghe braccia, pelosi, simili a scimmie, velocissimi ad intrufolarsi ovunque, coperti da pochi abiti a brandelli e con occhi piccoli e scintillanti.

Per ricordare questa tradizione è sorto un villaggio degli gnomi presso l’Istituto Comprensivo di Como-Prestino posto nei pressi del Parco Metropolitano Spina Verde. Ogni anno vengono effettuate diverse attività all’interno di questo percorso di GnomoTino che è gemellato con quello di Gnomo Mentino a Bagno di Romagna nell’Appennino Tosco-Romagnolo. Esiste un sito di riferimento sugli Gnomi del Lario realizzato senza scopi di lucro ma solo per attività didattiche.


A Paola, un comune della Calabria in provincia di Cosenza che si affaccia sul Mar Tirreno, vive il Baganiedd anche conosciuto come Baganiello, un omino tarchiato dalle fattezze primitive. Porta un cappello ed ha le due mani fatte una di paglia ed una di ferro. Custodisce un grande tesoro e si dice che chi riesca a catturarlo riceverà in dono tutto il suo oro.

Nel Bellunese si tramandano le storie legate al mazaròl, un benevolo ma altrettanto suscettibile e vendicativo gnomo. Ad Asiago (VI) e in tutto l’Altopiano dei Sette Comuni da secoli vivono i sanguinelli o salvanelli, creature accomunabili agli gnomi e ai folletti che vivono tra le rocce e nelle tane ricavate alla base degli alberi. 
Nell’isola di Sardegna le tradizioni e leggende legate all’arcano, agli spiriti e alle creature fantastiche sono numerose, e quelle che riguardano gli gnomi si perdono nella notte dei tempi. Tra queste, si ricorda la foresta degli gnomi nel paese di Villacidro, che prende forma durante i 24 giorni dell’Avvento.

I nomi degli gnomi di Sardegna inoltre variano da paese a paese: a Sassari si trova il “Pindacciu di li setti barretti”, mentre nel Logudoro si incontra la creatura detta “Ammuttadore”. Altri spiritelli associati agli gnomi sono i Mazzamurreddus, i Baottus, i Maschingannas (questi ultimi spesso confusi con i Tialus, i demoni), gli Arestes e così via.

L’alieno di Steven Greer

Ne avevamo già parlato. Il discusso ritrovamento di una presunta mummia aliena da parte di Steven Greer, se fosse confermata l’origine extraterrestre, potrebbe avvalorare l’ipotesi sull’origine aliena di gnomi ed elfi. Il resoconto è della versione italiana dell’Huffington Post.


Appena sei pollici (circa quindici centimetri) di lunghezza. Il piccolo essere ritrovato qualche anno fa nel deserto dell’Atacama, in Cile sarà il protagonista del nuovo documentario del regista Steven Greer, un medico che da molti anni tenta di ottenere dal governo degli Stati Uniti l’opportunità di rivelare informazioni sulla realtà aliena. Il film, “Sirius“, è l’ultimo tentativo del medico di gettare una luce sulle forme di vita extraterrestri sul nostro pianeta.

“Quello che la gente deve capire è che la segretezza intorno al tema degli ufo e a quello dell’intelligenza extraterrestre non hanno nulla a che fare con gli ET. Hanno a che fare con gli esseri umani, il potere, gli interessi finanziari che non vogliono che si sappia la verità” ha detto Greer in una dichiarazione video. “Le persone hanno bisogno di conoscere per rendersi conto che grazie a queste scoperte si potrebbe riuscire a fare a meno del petrolio, del carbone e del nucleare”


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