martedì 31 luglio 2012

Minority Report: dal cinema il futuro entra nella vita di tutti i giorni

New York - Si chiama realta' aumentata e lo scrittore visionario Philip K. Dick ne aveva gia' descritto e raffigurato gli elementi principali nella novella 'The Minority Report', nel 1956. L'unico errore del celebre autore di fantascienza e' stato quello di sottovalutare i progressi della tecnologia.

Tra poco, molto prima del 2054 in cui e' ambientata la storia distopica, si potra' incominciare a utilizzare le mani e scorrere tra filmati e immagini proprio come avviene nel film - addatamento cinematografico dell'opera di Dick - di Steven Spieglberg con Tom Cruise protagonista.

La realta' aumentata sta per prendere piede nelle nostre vite e verra' utilizzata con la stessa normalita' con la quale oggi si utiizzano sugli smartphone gli strumenti di geolocalizzazione e altre applicazioni e software interattivi fino a qualche anno fa impensabili.

L'interfaccia prodotta dallo scienziato John Underkoffler viene promossa dal gruppo americano Oblong Industries come un modo immediato di scorrere da un video all'altro. Il software, che supporta un archivio di dati e filmati enorme, sara' di grande utilita' per i servizi di intelligence e le forze di polizia. La speranza e' che le similitudini con Minority Report si fermino qui e non venga introdotto il programma di detenzione preventiva illustrato nel film del 2002.

Il software e' in grado di creare conferenze video durante le quali i partecipanti potranno condividere sullo schermo sia dati sia filmati presenti nei loro dispositivi portatili - tra cui smartphone e tablet - con una certa maneggevolezza...

venerdì 27 luglio 2012

Perché gli "esperti" non capiscono il signoraggio?

Francesco Simoncelli

Gli accademici sono un curioso caso di studio. Nei libri scolastici gli argomenti vengono presentati in modo che gli studenti possano percorrere un determinato percorso di studio. Lo studente non fa caso all'ordine dei capitoli e nemmeno se ne preoccupa a posteriori, l'importante è il risultato. I concetti vengono assorbiti passivamente, le contraddizioni vengono soprassedute. Bisogna andare avanti, perché se lo dice il libro ufficiale allora "è vero."

Non c'è mai stato un libro di testo universitario in economia che abbia definito la banca centrale come un cartello creato dal governo che esiste per il bene delle grandi banche. Ciò forma il pensiero degli studenti che vengono poi qualificati per insegnare. Sono letteralmente incapaci nell'applicare la teoria economica del capitolo sui cartelli al sistema bancario centrale, nonostante il fatto che la teoria nel capitolo sui cartelli si inserisca perfettamente nell'ambito della banca centrale. Il sostegno alle banche centrali è fondamentale per l'intero programma dell'economia moderna.

Così, i laureati hanno una lacuna: il sistema bancario centrale. Questo significa che hanno un'ulteriore lacuna: il gold standard. Significa che non hanno mai letteralmente esaminato la teoria di uno standard monetario che si basa unicamente sullo scambio volontario. Sono letteralmente incapaci di immaginare un libero mercato per il denaro.

Con questo panorama continuano gli appelli in Europa affinché la BCE prenda più coraggio e diventi quello che la FED è negli USA. C'è chi ci va più leggero nel mondo accademico affermando che la BCE debba sostenere i mercati quando sono sotto stress e fungere da prestatore di ultima istanza. Ma solo in quel caso. La schizofrenia di questa posizione rappresenta esattamente la forma di pensiero maturata nelle sedi universitarie per cui le contraddizioni all'interno del sistema economico vengono accettate e portate avanti. Ci si affretta a dire anche che non esistono "pasti gratis." Tranne se i mercati sono sotto stress. Perché i mercati sono sotto stress? Non ci viene detto perché. La descrizione è ricca di particolari nel momento in cui scoppiano le crisi, ma ne è avara nel periodo pre-boom. Perché? Perché la maggior parte degli accademici non ha una teoria coerente per spiegare i cicli di boom e bust...

giovedì 26 luglio 2012

L’esafluoruro di zolfo e l'effetto serra indotto ...

... il cosiddetto "riscaldamento globale" non è dovuto al biossido di carbonio

L’esafluoruro di zolfo è uno fra i numerosi ingredienti delle scie tossiche: è il principale responsabile dell’effetto serra indotto, cioè generato attraverso la creazione, per opera di velivoli ad hoc, di una coltre chimica che, soprattutto di notte, imprigiona la radiazione infrarossa proveniente dal suolo, impedendole di disperdersi nello spazio. Dunque non è il biossido di carbonio, a differenza di quanto asseriscono disinformati e disinformatori, a determinare l’aumento delle temperature globali.

Nell’ottobre 2000 il governo federale statunitense condusse alcuni esperimenti chimici nell’ambito di ricerche per la prevenzione di attacchi (?) bio-terroristici durante le Olimpiadi invernali del 2002. Nei cieli di Salt Lake City fu rilasciato esafluoruro di zolfo (SF6) con l’ausilio della D.T.R.A. (Defense threat reduction agency): la ricerca si estese all’interno del V.T.M.X. “Vertical transport and mixing program”, per lo studio del comportamento dei venti, del calore e del vapore acqueo negli strati bassi dell’atmosfera, nell’ordine di poche centinaia di metri di quota.

Attualmente i militari usano esafluoruro di zolfo puro e nessuna alternativa viene proposta. L’esafluoruro di zolfo è un gas che possiede caratteristiche dielettriche notevoli, perciò è largamente impiegato nei sistemi radar militari (es. AWACs). L'esafluoruro di zolfo cattura efficacemente la radiazione infrarossa e, vista la sua relativa inerzia chimica, non viene rimosso velocemente dall'atmosfera terrestre. Queste proprietà lo rendono un potente gas serra...

venerdì 20 luglio 2012

Conviene all’Italia rimanere nell’euro?

Secondo un rapporto di Merrill Lynch all’Italia converrebbe uscire dall’euro.

Il rapporto di Lynch evidenzia che l’Italia e l’Irlanda sono i due paesi a cui converrebbe di più uscire dall’euro. E’ stata fatta una graduatoria dei paesi con più incentivi se lasciassero l’euro e l’Italia e l’Irlanda sono in cima alla classifica. L’Italia uscendo dall’euro beneficerebbe dell’aumento delle esportazioni e a differenza di altri paesi potrebbe godere di una fuoriuscita abbastanza ordinata.
Inoltre il nostro paese in futuro avrà un probabile piccolo avanzo primario nel bilancio.
Un problema abbastanza rilevante sarebbe pagare l’interesse sul debito pubblico e il debito pubblico stesso in euro mentre non si è più nell’euro. In futuro in uno scenario simile si potrebbe arrivare anche ad una rinegoziazione del debito con i creditori. L’Italia ha un’economia abbastanza produttiva a differenza della Grecia soprattutto, ma anche del Portogallo e della Spagna e questo è un altro fattore di propensione all’uscita dall’euro. L’Europa può permettersi la fuoriuscita dell’Italia dall’euro? Sarebbe una catastrofe perché è un paese grande con una produttività molto importante.
Come si dice sempre riferendosi all’uscita del nostro paese dall’euro, conviene all’Italia rimanere nell’euro? Conviene ai cittadini italiani sprofondare in un declino lento e inesorabile rispetto ai paesi più forti dell’eurozona dal punto di vista economico? Conviene agli italiani pagare nuove manovre economiche o nuovi tagli alla spesa per rimanere nella moneta unica?
Il futuro ci darà le risposte a tante domande come queste.

mercoledì 18 luglio 2012

L’ormone che aiuta a leggere nel pensiero

Per molto tempo abbiamo accettato l'idea che gli ormoni determinano il nostro stato d'animo. Tuttavia recentemente la neuroscienza ha messo in evidenza come l’ossitocina, l’ormone che agisce anche come neuromodulatore, può aumentare una capacità cognitiva: l’abilità di capire il senso di quello che gli altri stanno pensando. Nel Mind Matters di questa settimana, Jennifer Bartz and Eric Hollander, due dei più importanti ricercatori di questo settore, mostrano le modalità in cui l’ossitocina sembra influenzare la nostra apertura verso gli altri e la nostra capacità di comprenderli.

L’ossitocina è la chiave per la comprensione?


Per gli esseri umani la capacità di interpretare le motivazioni, i desideri e i sentimenti degli altri rappresenta un’abilità di fondamentale importanza: abbiamo l’esigenza di capire “da dove vengono gli altri” non solo per perseguire i nostri obiettivi personali ma soprattutto per rendere possibile una generale armonia. In particolare, abbiamo bisogno di sapere che gli altri possono avere pensieri, desideri e sentimenti diversi dai nostri e che tali pensieri possono determinare il loro comportamento. Questa comprensione ci consente di preveder in che modo gli altri si comporteranno. Gli esperti di neuroscienza cognitiva e sociale definiscono questa capacità "teoria della mente" spesso abbreviata con TOM e la considerano una componente fondamentale della nostra specie.

In che modo il cervello sviluppa questa capacità vitale di leggere nella mente degli altri? Un recente studio a cura di Gregor Domes e i suoi colleghi dell’Università della Germania ha cercato di far luce su quest'aspetto, realizzando un nesso tra questa importante abilità sociale cognitiva e un ormone oggetto di numerose ricerche, l’ossitocina. Lo studio, "L’ossitocina migliora la lettura della mente negli esseri umani," mette in luce aspetti riguardanti sia la normale capacità di comprensione sociale sia i pesanti deficit dell'interazione sociale che sembrano essere condizioni alla base di problemi come l'autismo...

martedì 17 luglio 2012

Astana - capitale degli Illuminati?

"Astana (russo e kazaco Астана, /asta'na/) è dal 1997 la capitale (708.794 ab., stime 2010) del Kazakistan

Ha una popolazione in rapido aumento. Il nome significa "capitale" ed è stato scelto perché è facile da pronunciare in molte lingue.

La città ha cambiato più volte nome dalla sua fondazione nel XVIII secolo: prima Akmolinsk, poi Tselinograd dal 1961 al 1992, Akmola dal 1993 fino al decreto presidenziale del 6 maggio 1998 che ne ha cambiato ufficialmente il nome in Astana." (Wikipedia)


Una città futuristica sta nascendo nel cuore dell’Asia,
Nello stato del Kazakistan,
Voluta dal suo presidente, Nursultan Nazarbayev,
per celebrare la potenza crescente della sua Nazione.
Il progetto e’ del giapponese Kisho Kurokawa,
All’insegna di una esplosione di stili,
Tra grattacieli, piramidi, un « tendone »
e una foresta per proteggerla dai venti… 

lunedì 16 luglio 2012

C'è stato veramente un picco del petrolio?

'Il boom nella produzione del petrolio beffa ogni nostra previsione. Buone notizie per i capitalisti – un disastro per l’umanità. ‘La grande abbondanza di vita del passato – fossilizzatasi in forma di carbone combustibile – mette ora in grave pericolo la grande abbondanza di vita del presente’

I fatti sono cambiati, ora dobbiamo cambiare anche noi. Nel corso degli ultimi dieci anni un’improbabile coalizione di geologi, trivellatori di petrolio, banchieri, strateghi militari e ambientalisti ci hanno predetto che il picco del petrolio – il declino delle forniture mondiali – era imminente.
C’erano buoni motivi per crederlo: la produzione era rallentata, il prezzo si era impennato, le scorte si stavano sensibilmente riducendo e continuavano a ridursi. Tutto presagiva che stava per abbattersi su di noi la prima delle più gravi crisi energetiche della storia.
Tra gli ambientalisti non appariva chiaro, e neanche a noi stessi, se volevamo o non volevamo che accadesse. Una crisi di tali dimensioni aveva il potenziale per scuotere il mondo intero e indurlo a una trasformazione economica per evitare catastrofi future, e per generare una vera e propria catastrofe, compreso il ricorso a tecnologie ancora più dannose come i biofuel e il petrolio derivato dal carbone.
Nonostante tutto, il picco del petrolio era una leva potente. Governi, aziende ed elettori fino ad ora insensibili alla necessità di ridurre il consumo di combustibili fossili, avrebbero necessariamente iniziato a rispondere alla situazione economica creatasi...

domenica 15 luglio 2012

Il bicarbonato anticancro inguaia le case farmaceutiche

Una buona notizia per tutti noi e una cattiva notizia per la case farmaceutiche arriva direttamente dal sito laleva.org.

Il Dr. Mark Pagel della University of Arizona Cancer Center, riceverà 2 milioni di dollari dal National Institutes of Health per studiare l’efficacia della terapia personalizzata con bicarbonato di sodio per il trattamento del cancro al seno. In realtà, il bicarbonato di sodio è una delle cure più efficaci contro malattie acute come influenza e raffreddore, inoltre, se assunto per via orale e transdermica, ecco che il bicarbonato diventa una prima cura per il trattamento del cancro, malattie renali, diabete e, come detto prima, raffreddore e influenza.

In sostanza, il bicarbonato agirebbe sul grado di acidità del nostro sangue. Il pH del nostro sangue e dei nostri fluidi corporei non rappresenta altro che il nostro stato di salute e il bicarbonato rappresenterebbe un vero e proprio regolatore del pH agendo direttamente sul livello acido-alcalino alla base della salute umana.

La scala del pH è come un termometro del nostro stato di salute a tal punto che valori al di sopra o al di sotto di 7,35-7,45 possono segnalare sintomi di malattie o patologie gravi. Difatti, quando il corpo non riesce più a neutralizzare gli acidi, essi vengono trasferiti nei fluidi extracellulari e nel tessuto connettivo recando danni all’integrità cellulare. Tanto più il nostro sangue è acido, tanto più manca ossigeno, elemento fondamentale per il funzionamento delle nostre cellule...

giovedì 12 luglio 2012

Il sistema economico - Il grande corruttore

Gianni Tirelli

Che rispetto dovremmo mai avere per questa gente che si riempie la bocca di libertà, e pratica la licenza e il sopruso? Di questi cattolici da ingrasso che la domenica si ripulisce la coscienza con una bella confessione e il lunedì mattina distribuiscono mazzette?

Sottostimare le responsabilità oggettive della politica e della criminalità organizzata, che hanno concorso a fare precipitare il paese dentro un declino etico/economico senza precedenti, sarebbe da incoscienti. Ma è pur vero che queste due entità, sono soggette e subalterne agli ordini impartiti dal Grande Burattinaio, “il Sistema Economico Industriale”, che le ha assoldate per l’espletamento del lavoro sporco.

Imprenditori e faccendieri senza scrupoli che ha mio parere rappresentano la parte più marcia della società, si pongono a paradigma di quel cancro in metastasi che ha intaccato e compromesso i gangli vitali delle moderne democrazie occidentali soffocandone ogni barlume di civiltà. Il loro potere è assoluto, e impermeabile ad ogni interferenza esterna e giudizio critico.
In questo modo condizionano il potere legislativo attraverso la corruzione, l’intimidazione, e il ricatto – decidono i programmi televisivi che reputano più congeniali alla commercializzazione della loro sporca mercanzia – manipolano le notizie trasfigurando in virtuosi i criminali e gettando un ombra di sospetto sulle vittime.
Campano di contraffazione e di mistificazione e si alimentano agendo sui lati peggiori degli individui, facendo della menzogna una pratica relazionale...

domenica 8 luglio 2012

Leadership Spirituale: il leader del futuro

Salvatore Brizzi

Il principio cardine della Leadership Spirituale afferma che il mondo non esiste come realtà oggettiva esterna a te, bensì come estensione tridimensionale della tua psicologia. Il mondo non è un’entità indipendente da te, esso si trova dentro la tua coscienza e può solo RE-AGIRE a ciò che tu sei. Realizzare questo, significa divenire un autentico leader.

Nella Leadership Spirituale provochiamo un capovolgimento dell’attuale paradigma conoscitivo, cioè un ribaltamento del consueto modo di pensare la realtà intorno a noi. Non sto semplicemente parlando di una nuova filosofia, non sto parlando solo di Legge dell’Attrazione, ma di una nuova specie di esseri umani – una nuova stirpe di leader – che ha smesso di temere il mondo. Una stirpe di leader che progressivamente si sta diffondendo sul pianeta. Una stirpe di leader che non deve necessariamente possedere uno specifico titolo di studio né occupare una posizione gerarchicamente rilevante.

Il leader è essenzialmente e prima di tutto leader di sé stesso. È qualcuno che utilizza lo specchio del mondo per conoscere e perfezionare sé stesso.

Dovunque sei e qualunque cosa tu stia facendo in questo momento, che tu sia maschio o femmina, giovane o vecchio… se hai il coraggio di ruotare di 360 gradi la tua concezione del mondo, puoi divenire un "uomo verticale" e trasformare gli eventi intorno a te...

sabato 7 luglio 2012

Processo ed Avvelenamento di Osho Rajneesh

Ambra Guerrucci

Dopo il fallimento dei vari tentativi di screditare il nome di Osho, fu arrestato a casa di una sua sannyasin con ben trentaquattro capi d’imputazione, di cui solo due, sotto ricatto, furono accettati dagli avvocati del maestro.

 Lo stesso giorno dell’arresto, gli avvocati di Bhagawan, chiesero la libertà provvisoria su cauzione, ma il governo americano la rifiutò prontamente nonostante non ci fossero prove della sua colpevolezza. 

Essendo la causa di competenze dello stato dell’Oregon ci fu un trasferimento di Osho, ma un viaggio in aereo di non più di sei ore richiese dodici giorni e il trasferimento in sei diverse prigioni. In Oklahoma l’aereo atterrò nel silenzio della notte all’aeroporto ed il detenuto venne condotto in prigione dalla porta sul retro, quasi come se ci fosse interesse nell’occultare la sua presenza. Ancor più strana fu la richiesta del maresciallo degli Stati Uniti di riempire il modulo sotto il nome di David Washington, ma Osho, inizialmente, si rifiutò di assecondare tale assurdità, trovando un compromesso: il maresciallo avrebbe riempito i moduli come voleva e lui li avrebbe firmati in Hindi. 
Se avesse firmato col nome impostogli dal maresciallo avrebbe anche potuto essere ucciso e non ci sarebbe stata alcuna prova della sua presenza in quella prigione. Dopo aver firmato fu condotto in una piccola cella maleodorante, con un materasso sporco, infestato da scarafaggi e senza cuscino o coperte. Il maestro ricorda solo di essersi svegliato il mattino seguente e che gli venne offerta una strana colazione: due fette di pane con una salsa senza sapore ne odore. Il giorno in cui si dovettero recare in tribunale, gli avvocati vennero minacciati di accettare almeno due imputazioni formali o la vita di Osho sarebbe stata in pericolo e così fecero...

mercoledì 4 luglio 2012

Cenni storici su Jiddu Krishnamurti


C’è una foto di Jiddu Krishnamurti, a trentaquattro anni, seduto e quasi di profilo, sul lato sinistro, ma è voltato appena da mostrare anche le nere ciglia dell’occhio destro. Le mani, aggraziate, curate, sono sollevate davanti al volto, le dita incrociate e i gomiti appoggiati su degli immaginati braccioli, fuori dalla cornice della foto. La foto mostra i bottoni di metallo sulle maniche della giacca e polsini e colletto di una camicia candida e aperta sul collo, elegante.
L’espressione è attenta a qualcosa che gli è di fronte, profondamente attenta, attentamente attenta, viene da dire. Krishnamurti aveva un naso vistoso, dritto e bello, e bello era tutto il suo viso, scuro, forte e dolce al tempo stesso. In questa foto i capelli neri e lisci sono pettinati con disciplina: Krishnamurti sembra un attore senza tempo, un Andy Garcia degli anni Trenta, più affilato.

Al tempo della foto Krishnamurti aveva appena sciolto l’Ordine della Stella, la congregazione religiosa che gli era stata costruita attorno “per preparare il mondo all’avvento del Maestro”, quando aveva ancora sedici anni.

A Ommen, in Olanda, davanti a tremila seguaci, e trasmesso dalla radio olandese, disse, sconcertando l’uditorio, “non è possibile organizzare una fede, la fede è una cosa individuale, se lo fate essa muore, si cristallizza, diventa un credo, una setta, una religione da imporre agli altri”, e proseguì, “io non voglio appartenere a nessuna organizzazione di tipo spirituale: per favore, cercate di comprenderlo”. Così si concluse la prima parte della vita del più straordinario predicatore di questo secolo, e forse del più vero...

lunedì 2 luglio 2012

Questa non è una crisi, ma la fine del mondo

di Gianni Tirelli

La gente in mancanza di risorse, sta riducendo i consumi all’essenziale e, parallelamente, prende coscienza dell’inutilità e inefficacia di tutti quei beni che acquistava meccanicamente al mercato del Grande Malfattore, in virtù di un sistematico lavaggio del cervello indotto dalla propaganda di regime. “E tu che lavori per produrli, li devi anche acquistare – altrimenti la fabbrica chiude e tu vai a spasso”.

Le varie ricette e strategie, che i cervelloni dell’economia e della politica mettono in campo, immaginando di contrastare gli effetti di quella che persistono a definire, una “crisi”, non sono che un mucchio di fesserie prodotte da menti malate prive del più remoto senso della realtà. 

Quelle poche persone, ancora oggi, dotate di buon senso, di logica e di consapevolezza e in grado di interpretare gli avvenimenti, concordano con la tesi che non si tratta di una comune crisi fisiologica ad un meccanismo perfettibile, ma l’apice di un Sistema che si è trovato a sbattere il testa contro il muro di una realtà volutamente rimossa – un sistema che si riteneva invulnerabile e refrattario ad ogni pericolo esterno ed interno ad esso e che oggi, nonostante il fallimento evidente e conclamato, persiste in maniera diabolica a decantare gli straordinari risultati e benefici prodotti, rigettando ogni accusa e negando l’evidenza dei fatti e degli effetti catastrofici sulla società. Ergo, definire tutto questo “UNA CRISI” é un maldestro esercizio di contraffazione. Ciò che sta accadendo, in verità, è la fine di un sistema, la fine di un’epoca: la fine del mondo...

domenica 1 luglio 2012

"Blade Runner" compie trent'anni

.. e non smette di essere il nostro peggior futuro.

Alessandro Tapparini

“Guardavo l'inizio del film e non riuscivo a credere ai miei occhi. La scena è vista da un veicolo volante, che sta atterrando in cima a un palazzo della polizia alto quattrocento piani. Questo palazzo della polizia di quattrocento piani domina il paesaggio, e corrisponde esattamente a una mia idea del nostro futuro tra quarant'anni. Il film è ambientato fra quarant'anni. E il fatto che vi sia questa titanica sede della polizia a dominare l'intero paesaggio è precisamente come mi immagino il futuro fra quarant'anni. Milioni di piccole case e questo immenso palazzo della polizia”...

Era entusiasta come un ragazzino Philip K. Dick dopo aver visto l'anteprima di Blade Runner, il film tratto dal racconto “Do Androids Dream of Electric Sheep?” che egli aveva scritto tredici anni prima, nel 1968.

Eppure quando aveva letto il copione aveva espresso tutto il suo dissenso: “non avrà nulla a che vedere con il mio racconto, verrà fuori una gigantesca schifosa collisione di androidi che esplodono, androidi che uccidono esseri umani, gconfusione generale e ammazzamenti…”..