venerdì 30 dicembre 2011

L'anno che non verrà

di Marco Cedolin

Da sempre Capodanno rappresenta Il simbolico spartiacque fra un anno che sta morendo, con tutto il suo carico di accadimenti (buoni e cattivi) ed uno che sta nascendo, vestito per l’occasione di carezzevoli illusioni e condito di languide speranze. Una sorta di limbo dove rimanere per un istante sospesi fra il prima e il poi, a tracciare bilanci di vita e sognare vite che non ci apparteranno mai, prima che la giostra del divenire stemperi l’attimo ed il futuro si faccia presente, riportandoci alla realtà.

Guardare al 2012 che arriva, ostentando speranza ed ottimismo rappresenta però, più che in altre occasioni, un’esperienza dedicata a pochi intimi, dal momento che la ratio e la matematica ci riporterebbero immediatamente sulla terra, rendendoci consapevoli del fatto che il nuovo anno sarà molto peggiore del precedente, essendo state poste tutte le basi (ma proprio tutte) perché ci si ritrovi a rimpiangere gli ultimi dodici mesi, nonostante abbiano rappresentato il gradino più basso della storia recente nazionale ed internazionale.

In Italia nel lasso di tempo di un paio di settimane è stata alienata ogni residua e fittizia illusione di democrazia e le banche, nella persona dell’usuraio Monti, hanno di fatto esautorato i camerieri politici dal loro ruolo di mestieranti della commedia, ridimensionandoli ad arredamento del palazzo, oltretutto molto costoso e kitsch......

venerdì 23 dicembre 2011

Misteriosa sostanza bianca cresce sui fusti di scorie nucleari

Giustamente preoccupati per la sorte di Fukushima e del Giappone intero, è naturale trascurare alcune notizie come quella che sto per riportarvi. Gli scienziati del Dipartimento dell'Energia americano hanno scoperto una strana sostanza biancastra che sta crescendo sull'imballaggio dell'uranio custodito nel Savannah River Site, in un deposito di materiale nucleare esausto. "Questa escrescenza, simile alla struttura di una ragnatela, deve ancora essere identificata, ma potrebbe essere di natura biologica" spiega un rapporto stilato dal Defense Nuclear Facilities Safety Board americano. Questa crescita anomala di materiale sconosciuto è stato scoperta all'interno dei fusti di materiale radioattivo custoditi nel Savannah River Site, una riserva atomica americana che si trova in South Carolina.

Questo sito nucleare racchiude quella che viene definita "Area L", una zona dotata di bacini d'acqua in grado di isolare e mantenere a temperatura costante le scorie prodotte dalle centrali nucleari nazionali. Il bacino principale, chiamato Bacino L, è una struttura dotata di pareti di cemento spesse un metro, ed è in grado di contenere 3,5 milioni di galloni d'acqua per una profondità totale di 5-10 metri. E' proprio all'interno di questa cisterna che i ricercatori del Dipartimento dell'Energia hanno scoperto questa strana "cosa", inizialmente troppo piccola per essere vista, ma che col tempo è cresciuta facendosi notare dallo staff dell'installazione. Questa misteriosa "creatura" (non è ancora chiaro se sia di origine biologica o meno) sembra poter proliferare dove molti altri organismi viventi troverebbero la morte. Anche se il materiale nucleare del Bacino L è efficacemente isolato dai dipendenti del sito, in prossimità dei fusti permane una lenta ma costante emissione di radiazioni potenzialmente nocive... 

martedì 20 dicembre 2011

Ultimo atto

di Gianni Tirelli

“Tutto ciò che è stato privato della sua vera natura, presto o tardi, si estinguerà”

Tutto quello che di incomprensibile, oggi, accade nel mondo e pertanto, anche nel nostro paese, è il logico risultato e conseguenza di in mondo perduto, che mette in scena l’ultimo atto prima della sua fine. Un ribaltamento di principi e valori dove, gli ossimori e le eccezioni, hanno soppiantato ogni regola e buon senso, attestandosi a punti di riferimento, relativistici, che hanno il solo scopo di fare precipitare la situazione, imprimendo, ad una tale anomala circostanza, quella spinta necessaria e incontrovertibile, atta a sancire la fine di quest’epoca. Non dobbiamo, dunque, meravigliarci più di nulla, limitandoci a codificare tali incongruità, come gli effetti tecnici e scientifici di una reazione chimica, innescata da una erronea combinazione di elementi impropri e incompatibili fra loro che, per fattori di opportunismo, non ha tenuto conto della loro diversa natura e funzione.
Se avessimo la capacità di astrarci dalla realtà presente (uscendo al di fuori) per gettare uno sguardo disincantato sull’oggi, e sulle aberrazioni e degenerazioni che lo contraddistinguono e caratterizzano, saremmo in grado di comprenderne le logiche, le cause, gli scopi e il suo fine ultimo....

lunedì 19 dicembre 2011

La Frequenza Schumann e il salto quantico della Terra

Le profezie della fine del mondo sono connesse all'aumento del "battito cardiaco" del nostro pianeta? E sarà davvero l'Apocalisse o invece un'evoluzione dimensionale positiva?

La profezia dei Maya, attraverso calcoli complessissimi legati al loro calendario, vaticinava la fine del mondo attuale, e la nascita di uno nuovo, il 21 dicembre 2012 prossimo venturo. A scoprire questa data fu uno studioso, Maurice Cotterell, impegnato nell'analisi dei dati solari che infatti prevedono proprio per quel periodo del 2012 un'inversione del campo magnetico solare. Verità o fantasia?
Ma che ci crediate o no, che crediate o meno alle varie profezie che preannunciano disastri immani e calamità apocalittiche, certo è che la Terra intera stia subendo un cambiamento notevole. Non è soltanto il cambiamento climatico dovuto all'inquinamento: le notizie di surriscaldamento di molti pianeti, incluso il lontanissimo Plutone, ci porta a ritenere che sia proprio il Sole a scaldare di più. E in risposta a questa maggiore esposizione ai raggi solari, non sempre benefici, il nostro pianeta non reagisce come invece ci si aspetterebbe. E c'è anche una prova indiretta di quello che forse accadrà di qui a cinque anni: pare che i poli magnetici della Terra si stiano spostando di migliaia di km, ad esempio attualmente il polo sud magnetico si trova al largo del Sudafrica e non nella consueta posizione vicina al Polo Sud. Ci dobbiamo forse aspettare un'inversione della polarità anche del Pianeta Azzurro? ...

sabato 17 dicembre 2011

Pronti ai fuochi d’artificio nella Via Lattea?

Una nube di gas punta dritta verso il buco nero che si trova al centro della nostra galassia. Cosa ci si può aspettare?

Laura Berardi

Se è vero che al centro di ogni galassia c’è un buco nero, e che anche la nostra non fa eccezione, è anche vero che la sorgente Sagittarius A* – oggetto supermassivo nel bel mezzo della Via Lattea – non ha mai dato agli astrofisici particolari soddisfazioni. Le emissioni di radiazione elettromagnetica dell’oggetto sono sempre state poche e di breve durata. Tuttavia, tutto questo potrebbe presto cambiare. Secondo uno studio pubblicato su Nature, infatti, una nube di materia si sta velocemente avvicinando al buco nero: l’interazione tra i due corpi celesti dovrebbe regalare agli scienziati uno spettacolo senza precedenti che potrebbe finalmente svelare molti dei segreti di questi misteriosi oggetti da cui nulla, nemmeno la luce, può scappare.

Gli strumenti del Max Planck Institute in Germania e dell’ università della California di Berkeley – da cui provengono i team che hanno condotto lo studio – sono puntati verso il buco nero della nostra galassia ormai da un decennio. Ma in tutto il periodo di osservazione le emissioni di Sagittarius A*, seppure rilevabili, sono state eccezionalmente basse, poco intense e dalla durata di qualche minuto o al massimo di poche ore ogni volta. “ Il nostro è un buco nero estremamente buio”, scrivono i fisici nello studio, con un velo di ironia. ..

giovedì 15 dicembre 2011

Ecco la lista delle banche nemiche del clima

La ricerca Bankrolling climate change rivela come siano venti gli istituti di credito che hanno finanziato con decine di miliardi di euro l'industria del carbone, la fonte di energia maggiormente responsabile del cambiamento climatico. 
Nella lista anche l'italiana UniCredit.
Nonostante il dichiarato amore per l’ambiente e le abili operazioni digreenwashing, 20 delle principali banche mondiali hanno finanziato (per decine di miliardi di euro) in questi ultimi anni l’industria del carbone, in grandissima parte responsabile dei cambiamenti climatici. Lo rivela unrapporto di alcune Ong internazionali. In esso si mostra, ad esempio, come dal 2005 ad oggi le sole prime tre banche della lista, le statunitensi JP Morgan Chase, Citi e Bank of America, abbiano foraggiato con circa 42 miliardi di euro la produzione ed il consumo del combustibile fossile più sporco. Presente nella top 20 degli istituti di credito “assassini del clima” anche l’italiana UniCredit /HVB, posizionatasi al quindicesimo posto con oltre 5 miliardi di investimenti nel settore carbonifero.

La ricerca, intitolata Bankrolling climate change e condotta da un gruppo di associazioni fra cui il network internazionale BankTrack e l’organizzazione ambientalista tedesca Urgewald, è durata oltre sette mesi. Secondo gli autori è stato particolarmente difficile reperire i dati, e le cifre riportate nella ricerca sono state ottenute analizzando investimenti, obbligazioni ed altri strumenti di finanziamento degli istituti bancari, ma soprattutto attraverso i rapporti delle maggiori compagnie energetiche e minerarie operanti nel settore. Un fatto che, secondo gli autori, ha reso i numeri registrati decisamente inferiori a quanto non siano veramente... 

sabato 10 dicembre 2011

I costi dell'inquinamento industriale in Europa

Inquinamento industriale, quanto ci costi? I dati diffusi dalla European Environmental Agency parlano di una spesa compresa tra i 102 ed 169 miliardi di euro nel 2009. È questo il prezzo pagato dai cittadini europei a causa dell’inquinamento atmosferico, provocato dai 10 mila impianti industriali più inquinanti del Vecchio Continente.

Si tratta di costi sanitari ed ambientali. Pensate che la metà di questo conto dovremmo presentarlo ad appena 191 industrie, che da sole provocano danni compresi tra i 51 e gli 81 miliardi di euro. Si tratta di grandi centrali elettriche, raffinerie, industrie che utilizzano processi di combustione, impianti per lo smaltimento dei rifiuti ed alcune attività agricole.

Le emissioni delle centrali elettriche sono quelle che incidono maggiormente, con danni per 66-112 miliardi di euro. Bisogna considerare, però, che l’analisi della EEA ha escluso le emissioni provenienti dai trasporti, da molte attività agricole e dai consumi domestici, altrimenti il conto sarebbe stato ancora più alto.
Pro capite l’inquinamento industriale nel 2009 ci è costato qualcosa come 200-330 euro. I Paesi con più impatto sono, in ordine, Germania, Polonia, Regno Unito, Francia e Italia, che contano molte industrie di grandi dimensioni. Se invece si introduce la variabile della produttività delle economie nazionali, le emissioni maggiori, in rapporto al numero di attività produttive, provengono da Paesi come la Bulgaria, la Romania, l’Estonia, la Polonia e la Repubblica Ceca.
I danni più ingenti li causa l’anidride carbonica (CO2): 63 miliardi di euro nel 2009. Seguono altri inquinanti atmosferici, che contribuiscono alle piogge acide e causano problemi respiratori, come l’anidride solforosa (SO2), l’ammoniaca (NH3), il particolato (PM10) e gli ossidi di azoto (NOx), che hanno causato danni tra i 38 ed i 105 miliardi di euro nel 2009.

venerdì 9 dicembre 2011

Nel 2011 sono rimasti solo 3 paesi senza una banca centrale controllata dai Rothschild

PARTENDO DAL 2000

7 Paesi erano privi di una banca centrale controllata dai Rothschild:
- Afghanistan
- Iraq
- Sudan
-Libia
- Cuba
- Corea del Nord
- Iran

Poi c’è stata l’occasione dell’11 settembre e ben presto l’Iraq e l’Afghanistan persero il controllo della banca centrale, lasciando solo cinque paesi nella lista:
- Sudan
- Libia
- Cuba
- Corea del Nord
- Iran

Sappiamo tutti in quanto poco tempo la banca centrale di Bengasi è stata messa in piedi.
Gli unici paesi nel 2011 rimasti senza una banca centrale controllata dai rothschild sono i seguenti:
- Cuba
- Corea del Nord
- Iran

L’elite sta ora puntando sull’Iran… probabilmente l’elenco verrà ulteriormente decurtato a breve….

giovedì 8 dicembre 2011

La nuova Libia: protettorato petrolifero dell'Occidente industriale

di Salvatore Santoru

Avevano usato la solita giustificazione della "difesa dei diritti umani", avevano detto che portavano la pace e la democrazia, avevano detto che intervenivano per salvare e liberare la popolazione dalla dittatura, lo hanno detto per l'Iraq, per l'Afghanistan, per la Libia e lo stanno facendo per la Siria e l'Iran. 

Stesso gioco, solito trucchetto: ma ahimè, ci hanno creduto ancora in molti, conquistati dallo spirito guerrafondaio travestito per l'occasione in pseudoumanitarismo a senso unico.

I risultati di queste campagne, di consenso bellicista prima e militare poi? Sempre gli stessi: bombardamenti costanti e terrorismo stragista e psicologico, paesi distrutti e ridotti a protettorati per le elite occidentali e i loro fiduciari nelle nuove colonie. Ultima vittima di questo meccanismo al momento è la Libia, passata dal regime di Gheddafi a terra di occupazione e controllo per "poteri forti" (finanziari, industriali e militari) occidentali. Tanto per capirci, il nuovo ministro del petrolio, Abdulrhman Ben Yezza, è un'ex dirigente dell'Eni, e il nuovo premier, Abdurrahim El-Keib, è da sempre vicino ai petrolieri anglo-francesi. Ora i conti quadrano e tornano tutti.

Più laici, meno islamisti e soprattutto il nuovo ministro del petrolio che è un ex dipendente dell'Eni: Abdulrhman Ben Yezza. Una nomina a sorpresa della quale, al momento, è difficile dare una esatta lettura: se Yezza sia stato nominato per le sue indubbie capacità tecniche, maturate nel corso della sua passata esperienza lavorativa, o se - in qualche modo - la sua presenza sia da considerare in quota Eni o in quota Italia, piccola vittoria dopo la guerra (nemmeno tanto clandestina) attraverso la quale i diversi paesi, Francia, Inghilterra e Italia, in primis, hanno cercato di difendere i propri interessi danneggiandosi a vicenda, aggrediti a loro volta anche da emissari dei paesi del Golfo ...

mercoledì 7 dicembre 2011

Ricerca scientifica terrestre

 L'uomo è sempre stato affascinato, in particolar modo, dalle regioni polari che ha cercato di conoscere in tutte le maniere possibili.
È naturale che l'evoluzione tecnica e scientifica abbia contribuito a portare nuovi modi per avanzare nella ricerca e nella conoscenza. Finiti i tempi pionieristici degli aeroplani, dei dirigibili e delle mongolfiere, l'uomo, con l'avvento dell'era spaziale, ha iniziato le osservazioni scientifiche polari con i satelliti artificiali, coadiuvati da sommergibili atomici e navi rompighiaccio.

Nell'Antartide, addirittura, non solo sono stati usati questi mezzi, ma si è arrivati ad espletare una ricerca a livello internazionale, coordinata dallo SCAR, l'Organizzazione di 40 paesi membri, attraverso l'installazione di basi permanenti.

A partire dagli anni '60 la ricerca ha assunto una metodologia più completa con l'ausilio dei satelliti meteorologici artificiali. Il primo ad essere messo in orbita dai paesi occidentali fu il Tiros 1, senza considerare i satelliti appartenenti ai programmi militari delle due superpotenze USA e URSS.
Bisogna specificare innanzi tutto che i satelliti meteorologici ricadono in una delle tre categorie:

1 - Operativi geosincroni (Meteosat).
2 - Operativi in orbita polare (Noaa).
3 - Ricerca e sviluppo di nuovi sensori e strumenti per la raccolta dei dati e immagini.
La terza categoria portò al concepimento di satelliti artificiali americani di tipo ESSA, posti in orbita eliosincrona, con la capacità di sorvolare i poli e mantenere costante l'angolo col Sole. Una simile orbita permetteva lo scandaglio quotidiano globale del pianeta... 

giovedì 1 dicembre 2011

Il governo dei poteri viscidi: il debito occulto per nucleare e TAV

Paolo Flores D'Arcais, pur senza manifestare un particolare entusiasmo, ha salutato nel governo Monti l'epifania di una destra finalmente "presentabile" e "civile". Uno che è stato pronto a credere che la NATO potesse andare in soccorso di una vera ribellione popolare, è disposto anche a credere che possa esistere una destra presentabile e civile.

A riguardo della sinistra si potrebbe sempre dire ciò che Nietzsche diceva a proposito di Dio, e cioè che almeno ha la scusante di non esistere; dato che ciò che viene definito come "sinistra" non è altro che una nicchia di parcheggio per personale politico che attende l'opportunità di collocarsi a destra. Ma una destra che non insolentisca e che non sbrachi, non si è mai vista, neppure nelle mitiche democrazie europee, rispetto alle quali l'opinione pubblica italiana risulta semplicemente non informata.

I primi segnali di sbracamento del governo Monti non si sono fatti neppure attendere: una dichiarazione del neo-ministro dell'Ambiente, Clini, sull'opportunità del ritorno al nucleare, è stata immediatamente lanciata sui media, salvo poi ricorrere alla consueta tecnica di rabbonire e di parlare di "equivoco". Clini ha persino invocato come "alibi" il suo impegno nelle energie rinnovabili, come se il rifiuto del nucleare avesse bisogno di prospettare alternative. Il nucleare è invece insostenibile di per sé, a causa dei suoi costi incontrollabili; e rimarrebbe insostenibile persino se il solare e l'eolico dovessero deludere le aspettative. Intanto Clini ha lanciato il sassolino, ed è cominciata la progressiva delegittimazione del risultato dei referendum...