[Il Signore] gli disse ancora: «Esci e fermati sulla montagna dinanzi al Signore: ecco che il Signore sta passando». Un vento impetuoso e forte da fondere le montagne e spezzare le pietre andava davanti al Signore: non era nel vento il Signore. E dopo il vento, un terremoto: non era nel terremoto il Signore. E dopo il terremoto, un fuoco: non era nel fuoco il Signore. E dopo il fuoco, una voce, un sussurro sottile. E avvenne che, appena Elia l'ebbe inteso, si coprì la faccia con il suo mantello, quindi uscì e si fermò all'ingresso della grotta [...].
È il resoconto del primo incontro di Elia con il Signore, che per fortuna la Bibbia ha tramandato fino a noi anche se il suo significato non è stato certamente capito bene. Non meraviglia che racconti del genere siano stati bollati come miti. Ma nella nostra generazione, per la prima volta, proprio in miti come questi possiamo cogliere indizi di tecnologie progredite. È soltanto nel xx secolo, infatti, che siamo arrivati a svilluppare il motore a reazione e l'aeroplano, invenzioni che ci consentono di interpretare la "visione di Elia". Certo, non dobbiamo pretendere che migliaia di anni fa fossero in grado di ricorrere all'odierna terminologia tecnologica, anche i pellerossa chiamavano "cavallo di ferro" il treno. Provate per un attimo a immaginare come ve la cavereste se vi chiedessero di descrivere un computer adoperando il vocabolario in uso cento anni prima che il computer fosse inventato!
Rileggiamo la visione di Elia da un punto di vista tecnologico, e chiediamoci quale sia il fenomeno che ci viene descritto. Fossimo vissuti a quel tempo, privi delle terminologie del xx secolo, non avremmo trovato un modo migliore per descrivere l'atterraggio in verticale di un jet...